sabato, gennaio 03, 2009

Premio nazionale Giuseppe Fava 2009.Niente altro che la verità: scritture e immagini contro le mafie, 25° anniversario.


Lunedì, 3 Gennaio 2009Ore 20.30 Teatro Brancati (Via Sabotino - Ct) - G.Minoli presenta l’Anteprima nazionale della puntata televisiva: 'Giuseppe Fava, un uomo', regia di Silvia Bacci;

Martedì, 4 Gennaio 2009Ore 20.30 - Teatro Brancati (Via Sabotino - Ct) - Replica di 'Giuseppe Fava, un uomo', regia di Silvia Bacci;

Lunedì, 5 Gennaio 2009Ore 17.00 - Appuntamento alla lapideore 18.30 - Centro culturale Zo - La memoria ritrovata. Giuseppe Fava 25 anni dopo, Claudio Fava, Anna Cànepa, Pino Miceli, Roberto Natale. Consegna del Premio G.Fava a Carlo Lucarelli.
InfoFondazione Giuseppe Fava - (Via Grotte Bianche, 150 - Ct)Cell. 349 8783376 - 338 7093821
Giuseppe Fava fu un personaggio carismatico, apprezzato dai propri collaboratori per la professionalità e il modo di vivere semplice. È stato direttore responsabile del Giornale del Sud e fondatore de I Siciliani, secondo giornale antimafia in Sicilia; il film Palermo or Wolfsburg, di cui ha curato la sceneggiatura, ha vinto l'Orso d'oro al Festival di Berlino 1980. È stato ucciso il 5 gennaio 1984 e per il delitto sono stati condannati dei membri del clan mafioso dei Santapaola.
"Io ho un concetto etico di giornalismo. Un giornalismo fatto di verità, impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, sollecita la costante attuazione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non è capace di questo si fa carico di vite umane. Un giornalista incapace, per vigliaccheria o per calcolo, della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori che avrebbe potuto evitare, le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, le violenze, che non è stato capace di combattere". Con queste parole, nel 1981, sul Giornale del Sud, Giuseppe Fava spiega cosa intende per giornalismo. Quello che Fava instaura con Catania, sua città adottiva, è un rapporto d'amore-odio, intenso, passionale: "Io - scrive nel libro-inchiesta I Siciliani, pubblicato nell'80 - sono diventato profondamente catanese, i miei figli sono nati e cresciuti a Catania, qui ho i miei pochissimi amici ed i molti nemici, in questa città ho patito tutti i miei dolori di uomo, le ansie, i dubbi, ed anche goduto la mia parte di felicità umana. Io amo questa città con un rapporto sentimentale preciso: quello che può avere un uomo che si è innamorato perdutamente di una puttana, e non può farci niente, è volgare, sporca, traditrice, si concede per denaro a chicchessia, è oscena, menzognera, volgare, prepotente, e però è anche ridente, allegra, violenta, conosce tutti i trucchi e i vizi dell'amore e glieli fa assaporare, poi scappa subito via con un altro; egli dovrebbe prenderla mille volte a calci in faccia, sputarle addosso "al diavolo, zoccola!", ma il solo pensiero di abbandonarla gli riempie l'animo di oscurità".

GUARDA TRAILER